Radicolopatia lombare da ernia del disco sintomatica: terapia manuale

Il dolore lombare è una frequente causa di disabilità nei paesi Occidentali.

Nei casi in cui il paziente riferisce sintomi che s’irradiano lungo la gamba però, il clinico dovrà valutare la possibile presenza di una radicolopatia.

La radicolopatia è definita come una disfunzione a livello delle radici del nervo spinale che può essere causata da un’ernia del disco intervertebrale o da una lesione che va ad occupare lo spazio di emergenza di queste radici nervose, provocando infiammazione delle stesse.

L’ernia del disco, definita come spostamento localizzato del materiale discale oltre i margini dello spazio del disco intervertebrale, è considerata essere la causa più comune di radicolopatia; a livello lombosacrale L4-L5 ed L5-S1 sono le zone maggiormente colpite rispetto a tutte le altre radicolopatie spinali.

I sintomi comuni della radicolopatia includono debolezza, intorpidimento, parestesia e spesso causano disabilità e limitazioni funzionali.

Sebbene la chirurgia rappresenti un’opzione per questi pazienti molte linee guida supportano l’uso di un approccio conservativo come strategia primaria per la gestione delle fasi iniziali di questa patologia.

In uno studio in cui è stato utilizzato un approccio multimodale, 49 pazienti affetti da radicolopatia lombare sono stati sottoposti ad un trattamento di terapia manuale che prevedeva una combinazione di tecniche di manipolazione, di trazione, miofasciali e di neurodinamica, in funzione dell’origine dei sintomi. In questo studio i pazienti sono stati trattati inizialmente due o tre volte a settimana per tre settimane e poi rivalutati per un numero medio di sedute di 12 e con una durata media del follow – up di 14 mesi dopo la fine del trattamento. Approssimativamente, il 90% dei pazienti ha riportato un risultato “eccellente” o “buono” e più del 70% dei pazienti ha riscontrato un miglioramento clinicamente significativo della disabilità. Inoltre, il 74% dei pazienti ha riportato un evidente miglioramento del dolore, che è stato mantenuto fino a 14,5 mesi dopo la fine del trattamento.

TECNICHE

Andando nello specifico delle tecniche, quelle di neurodinamica sono finalizzate a mobilizzare e desensibilizzare le radici nervose sintomatiche. Allo stesso tempo però ci sono studi che non supportano l’efficacia: alcuni Autori sostengono che non sarebbe la tecnica di scelta per la radicolopatia lombare, poiché creerebbe sollecitazioni in una radice nervosa già complessa, ipossica ed edematosa e, quindi, peggiorerebbe i sintomi del paziente.

Per quanto concerne le tecniche di trazione, una revisione Cochrane ne ha valutato l’efficacia per il trattamento dei pazienti affetti da mal di schiena con e senza sciatica. Ha concluso che, nonostante la presenza di pochi studi di bassa qualità che riportano risultati positivi, la maggior parte della letteratura sostiene che la trazione non sembra efficace e che l’uso di questo tipo di trattamento, soprattuto come unica modalità, non è supportato dalle attuali evidenze. La trazione può essere eseguita utilizzando diversi modi, applicata meccanicamente o manualmente. Nonostante la maggior parte degli studi valuti l’efficacia delle trazioni meccaniche, altri propongono tecniche manuali.

Si possono utilizzare tecniche con il paziente in posizione sia supina sia in decubito laterale: lo scopo è quello di esercitare una decompressione più controllata rispetto alla trazione applicata meccanicamente.

Fritz et al. hanno definito un sottogruppo di pazienti che potrebbe beneficiare maggiormente della trazione: le caratteristiche sono la presenza di dolore alla gamba, segni di decompressione del nervo e una periferizzazione dei sintomi a seguito di movimenti in estensione.

Quindi, sulla base degli studi a disposizione, è possibile comunque affermare che la terapia manuale può essere un valido strumento nella gestione del paziente che presenta un’ernia sintomatica del disco. Su una popolazione dove il trattamento conservativo è spesso la prima scelta, il decorso è favorevole e solo una piccola percentuale arriva ad essere sottoposta all’intervento chirurgico.

La trazione manuale può risultare utile in pazienti con specifiche caratteristiche, i cui sintomi rispondono positivamente alle tecniche di apertura e decompressione. La neurodinamica allo stesso tempo può essere utilizzata facendo particolare attenzione a non sollecitare troppo la radice del nervo; per questo motivo sono preferibili le tecniche di scivolamento rispetto a tecniche di messa in tensione del nervo.

Comunque, la maggior parte della letteratura che valuta l’efficacia di questi trattamenti sembra essere composta da studi di scarsa qualità, il che contribuisce a creare confusione sull’effetiva efficacia di queste tecniche.

Fonte: Il Fisioterapista, periodico di formazione e informazione degli operatori della riabilitazione. Edizione 1/ 2019, Edi – Ermes.